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Il ritorno di due “tondi” a San Pietro

29 Mar 2017 Il ritorno di due “tondi” a San Pietro

Il ritorno di due “tondi” a San Pietro: l’opera di recupero del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
Aula Magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Università di Perugia

Mercoledì 29 marzo, in collaborazione con il Centro di Ateneo dei Musei Scientifici dell’Università di Perugia, il Club ha organizzato l’evento della presentazione al pubblico di due “tondi” che furono trafugati dalla Basilica di San Pietro alcuni anni fa e ritrovati grazie all’opera investigativa del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.
L’evento è stato presentato oltre che dal Presidente Antonino Montelione, dal Rettore dell’Università di Perugia, Prof. Franco Moriconi e dal Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Prof. Francesco Tei. Hanno inoltre portato i saluti la Prof.ssa Erminia Irace, Presidente dei Corsi di Laurea in Beni e Attività Culturali dell’Università di Perugia e Padre Giustino Farnedi, Abate di San Pietro.
Al numeroso pubblico intervenuto, il Maggiore Aniello Gennaro Nardi, Comandante del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale per l’Umbria, ha illustrato i metodi, le banche dati e gli altri canali che vengono utilizzati dall’Arma per individuare e recuperare i tanti beni artistici e archeologici che continuamente vengono rubati.
La Dott.ssa Marica Mercalli, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria ha sottolineato la ricchezza del patrimonio culturale Umbro e i problemi legati alla sua salvaguardia. Infine, la Prof.ssa Cristina Galassi, Docente di Storia della critica d’arte dell’Università di Perugia, ha illustrato le due opere restituite alla Fondazione per l’Istruzione Agraria che saranno ricollocate nella Galleria Tesori d’Arte della Fondazione così da poter essere nuovamente ammirate insieme a molte altre opere. I due tondi sono riferibili ad un seguace umbro di Pietro Montanini e sono databili al secondo decennio del XVIII secolo. Raffigurano due miti tratti dal primo libro delle Metamorfosi di Ovidio: Apollo e Dafne e  Pan e Siringa e raccontano della trasformazione di queste due ninfe che per non cedere all’amore di Apollo e Pan, amore non contraccambiato, vengono trasformate, la prima in una pianta di alloro, la seconda in delle canne palustri.